Guardian: Android non è né gratis né open-source, ecco perché

Written By Unknown on Jumat, 24 Januari 2014 | 21.12

"L'idea che Google Android sia gratis o open-source viene ripetuta così tante volte che è praticamente un dogma di fede su internet. C'è un solo problema: nessuna delle due affermazioni è propriamente vera". Inizia così un articolo del Guardian volto ad identificare i costi di produzione di uno smartphone Android, fra questi abbiamo le licenze GMS, ovvero i "Google Mobile Services", vediamo insieme di cosa si tratta.

Se da una parte è vero che il software operativo, nella sua essenza più pura, venga proposto gratuitamente da Google, e può essere scaricato, compilato e modificato da chiunque ne abbia le competenze necessarie (concetto emblematico per un software open-source) dall'altra le applicazioni native che rendono completo lo stesso Android, e di cui dispone quasi ogni smartphone venduto in commercio, necessitano del pagamento della licenza "Google Mobile Services" (GSM).

Per disporre delle cosiddette Google Apps (fra cui lo store virtuale di applicazioni), quindi, i produttori devono pagare un "dazio" ipotizzato di circa 75 centesimi di dollaro. La cifra può variare sulla base dei dispositivi piazzati in commercio, stando a quanto riportato da fonti interne alla community Android al popolare quotidiano britannico.

"Installare Google Play senza aver pagato la licenza GMS è illegale", ha dichiarato la fonte, ammettendo però che la stessa Google non dispone della forza di sorveglianza necessaria per far sì che tutti i produttori rispettino la regola. In sostanza, i grossi OEM pagano regolarmente, mentre quelli più piccoli tendono a scappare dal campo d'azione dei radar di Google, e la stessa società tende a chiudere un occhio sull'argomento. Sono gli stessi OEM, secondo la fonte, a fare pressioni sui rivenditori perché accettino solamente dispositivi con tutte le licenze pagate.

Storicamente, Google non ha mai "perseguito" produttori terzi colpevoli di aver messo in vendita dispositivi dotati dei servizi proprietari senza aver pagato le licenze. Del resto, i proventi garantiti dal pagamento delle GMS su Android non rappresentano che una minima parte del fatturato della società. Il Guardian ha valutato l'intero affare come un guadagno percepito di circa 100 milioni per ogni trimestre, a fronte del fatturato complessivo di circa 14 miliardi di dollari ufficializzato nel terzo trimestre del 2013.

La somma richiesta da Google per ogni dispositivo venduto, inoltre, scompare se paragonata a quanto necessario per ricevere le licenze per Windows Phone, circa 15$ ogni unità venduta. Tuttavia il Guardian precisa: "L'idea che Android sia open-source è solo parzialmente vera: il codice sorgente è disponibile online, attraverso i server di Google, e chiunque può scaricarlo ed effettuare delle modifiche", scrive il quotidiano online. "Amazon, ad esempio, ha creato la sua versione proprietaria per la famiglia di tablet Kindle."

Tuttavia, precisa il quotidiano britannico, diversamente dalle politiche utilizzate da progetti "veramente open-source" come Linux, MySQL, PHP o Python, solo il personale interno di Google può effettuare delle modifiche che rifletteranno l'evoluzione futura del sistema operativo.


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