Malata terminale rivive la gioia di un'ultima passeggiata grazie ad Oculus Rift

Written By Unknown on Selasa, 22 April 2014 | 21.12

Negli ultimi mesi del 2013 Roberta Firstenberg aveva perso la battaglia personale contro il cancro. Dopo parecchi mesi di chemioterapia, i trattamenti ricevuti avevano ormai perso efficacia, così come erano ormai perse le speranze di una possibile guarigione. La donna nel tempo non aveva più neanche le più basilari capacità di deambulazione.

Donna malata terminale prova Oculus Rift come terapia

L'idea di farle rivivere per un'ultima volta le gioie di una passeggiata, anche se virtuale, è stata di Priscilla Firstenberg, esponente del team di sviluppo di République per Camouflaj e nipote di Roberta. Dopo una discussione con i colleghi riguardo ai sistemi di nuova generazione, Priscilla ha capito che Oculus Rift avrebbe garantito un sorriso, e molto altro, alla nonna malata terminale.

Alla richiesta del kit di sviluppo ha risposto Kevin Crawford di Oculus VR, con un breve testo: "Sfortunatamente non possiamo mandarti una nuova unità dal momento che stiamo cercando di rispondere agli ordini arretrati, ma abbiamo appena ricevuto alcuni campioni per sviluppatori che avevamo dato in prestito", sono alcune delle parole di risposta di Crawford. "Mantenendoci in linea con lo spirito di questi modelli, ha senso che prestiamo un'unità funzionante per sviluppatori ad un altro sviluppatore di videogiochi".

La decisione di mandarle il kit è stata unanime presso gli uffici di Oculus VR. Priscilla ha utilizzato l'headset per la realtà virtuale con Tuscany demo, che permette all'utente di visitare una villa virtuale. In questo modo Roberta ha avuto modo di riassaporare il gusto di una passeggiata, ammirare le farfalle virtuali riprodotte in 3D e, soprattutto, affrontare scale ed ostacoli con estrema disinvoltura. Attraverso Street View, la donna si è potuta rivedere in un'immagine riprodotta su Google Maps.

Priscilla stava sviluppando una "esperienza" specificamente pensata per la nonna, che le avrebbe permesso maggiore libertà in un ambiente con farfalle, cascate e foreste incantate quando le condizioni di Roberta sono andate peggiorando. La donna ha cessato di esalare gli ultimi respiri quattro settimane dopo aver utilizzato per la prima volta Oculus Rift.

L'esperienza di Roberta con Oculus Rift dà solamente un blando accenno di quello che potrebbe consentire la realtà virtuale. "È evasione nella sua forma più viscerale", in grado di trasformare le vite di chi ha severe e gravi limitazioni lasciando dietro per pochi minuti come per poche ore i dolori della "vita reale". I videogiochi hanno atteso per decenni un modello di realtà virtuale veramente fruibile e godibile, nella speranza dei videogiocatori di entrare nelle cabine di navicelle spaziali, o nella prospettiva in prima persona dell'eroe di turno.

Ma la storia di Roberta alimenta le speranze verso qualcosa di nuovo ed estremamente più profondo, con l'obiettivo non solo di provare esperienze ludiche più coinvolgenti, ma anche di aiutare chi sta male e migliorarne la vita, anche se virtualmente, almeno per qualche ora al giorno. Di contro una totale "evasione dalla realtà", e l'eccesso di una tecnologia che potrebbe rivelarsi pericolosa, potrebbe portare l'utente a vivere vite completamente parallele, riesumando uno tra i cliché più abusati della storia della fantascienza.

La storia dell'esperienza di Roberta Firstenberg con Oculus Rift può essere letta nella sua completezza in questa pagina, su The Rift Arcade.


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