La flotta di robot "al lavoro" all'interno dei magazzini di Amazon verrà sensibilmente ampliata entro la fine dell'anno. Il colosso dell'e-commerce americano vanta ad oggi la presenza di 1.000 robot all'interno dei propri stabilimenti, che hanno il compito di gestire la giacenza dei prodotti, trasportandoli dove richiesto.
Le unità vengono prodotte da Kiva Systems, una realtà che la stessa Amazon ha rilevato nel 2012 per 775 milioni di dollari, che frutterà circa 10.000 nuovi robot entro la fine dell'anno. Ad annunciare le novità è stato lo stesso CEO della società, Jeff Bezos, durante un incontro annuale con gli azionisti avvenuto lo scorso mercoledì al Seattle Repertory Theatre.
Amazon non è certamente nuova ad iniziative di questo tipo: solamente pochi mesi fa avevamo riportato le intenzioni del gigante dell'e-commerce internazionale circa l'uso di droni spedizionieri, aventi il compito di consegnare la merce acquistata dagli utenti in tempi decisamente brevi rispetto a quanto possibile con i mezzi adottati ad oggi.
L'uso sempre più estremo di tecnologie automatizzate in grado di sostituire l'essere umano è un argomento spesso trattato nel corso del tempo, anche da esponenti di una certa caratura nel mondo tecnologico, come Bill Gates, che a suo tempo aveva dichiarato: "La software substitution, che sia ai danni di autisti, camerieri o infermieri, sta progredendo. La tecnologia ridurrà la richiesta di lavoratori nel tempo, soprattutto per i lavori che richiedono scarsa abilità. Fra vent'anni da adesso, la domanda del lavoro sarà notevolmente inferiore in alcuni ambiti".
Se da una parte è vero che i robot, in qualsiasi loro forma, stanno pian piano sostituendo gli umani nei lavori più sistematici e caratterizzati da azioni ripetitive, dall'altra si tratta di un'evoluzione quasi obbligatoria. Volenti o nolenti, l'evoluzione tecnologica porterà a un radicale cambiamento nel mondo del lavoro: sono decine le professioni destinate a scomparire "per mano" delle tecnologie automatizzate.
I vantaggi per le aziende, del resto, sono enormi, sia dal punto di vista dei costi che da quello della produttività in generale, fattore che renderà il mondo del lavoro del futuro sempre più specializzato. Amazon ha già risposto sull'argomento mediante un portavoce, affermando che le nuove manovre non avranno ripercussioni sui livelli occupazionali e sul tasso d'assunzione del prossimo futuro nei centri di smistamento.
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10.000 nuove assunzioni per Amazon, ma non si tratta di esseri umani
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