Con una periodicità definita da vari anni a questa parte Intel è solita, nei mesi primaverili, introdurre nuove piattaforme chipset per sistemi desktop. Quest'oggi è la volta della serie 9, nome che identifica i modelli Z97 e H97 abbinati ad una nuova serie di schede madri che tutti i principali produttori taiwanesi si apprestano a rendere disponibili sul mercato da questa settimana.
A differenza di precedenti lanci di nuove famiglie di chipset troviamo quest'oggi due soli modelli, quelli che nell'ottica di Intel sono posizionati nel segmento di fascia più alta del mercato. Particolarmente interessante è la soluzione Z97, quella che crediamo catturerà il maggior interesse da parte degli appassionati, in quanto la più completa e di fatto erede del modello Z87 sino ad oggi presente sul mercato.
Assieme ai nuovi chipset della serie 9 Intel non propone significative novità in termini di piattaforma. Non cambia il socket, che rimane quello LGA 1150 dotato di compatibilità con i processori della famiglia Core basati su architettura Haswell. Per quanto riguarda le CPU abbiamo al debutto i processori della famiglia Haswell Refresh, modelli della serie Core che si differenziano da quelli sino ad oggi sul mercato per un lieve incremento nelle frequenze di clock di default e turbo nell'ordine mediamente di 100 MHz: all'atto pratico non cambia nulla e le prestazioni rimangono pressoché invariate.
L'interesse per le schede madri dotate di chipset della serie 9 è legato ad alcune novità in termini di funzionalità implementate, che andremo a vedere nel corso di questo articolo, oltre che del previsto supporto per i processori Intel di prossima generazione. Parliamo delle soluzioni Broadwell, proposte che rappresentano nell'evoluzione delle CPU Intel una cosiddetta fase Tick e quindi l'utilizzo di una tecnologia produttiva, quella a 14 nanometri, che è più sofisticata di quanto utilizzato sino ad ora, ferma restando di fatto l'architettura alla base comune con le proposte Haswell.
Tra le principali novità attese per i processori Intel della famiglia Broadwell segnaliamo il supporto a nuove istruzioni per l'accelerazione di alcune operazioni, oltre all'integrazione dell'accelerazione hardware al decoding video VP8 all'interno della tecnologia Quick Sync Video. Il debutto di questi processori nelle versioni per schede madri socket LGA 1150 è previsto tra fine 2014 e inizio 2015, ma come segnalato saranno solo le schede madri con chipset della serie 9 a poter utilizzare queste CPU stando a quanto direttamente anticipato da Intel in precedenti occasioni.
La principale novità integrata nei chipset Z97 e H97 è legata al supporto a periferiche di storage SSD via collegamento PCI Express. Due delle linee PCI Express 2.0 del chipset possono infatti venir dedicate al collegamento di periferiche SSD PCIe attraverso driver Intel Rapid Storage Technology, così che la periferica possa essere utilizzata come unità di storage di boot, come memoria di cache per la tecnologia Intel Smart Response oltre che sfruttare la tecnologia Dynamic Storage Accelerator o DSA, grazie alla quale eventuali impostazioni di risparmio energetico del processore o della piattaforma non intervengano a ridurre le prestazioni della periferica di storage.
Il collegamento di unità di storage PCI Express può avvenire meccanicamente con due interfacce: M.2 e SATA Express. E' a discrezione del produttore della scheda madre scegliere quale tipo di connettore montare sulla scheda madre, con al limite anche mettendo a disposizione entrambi ma senza la possibilità di un utilizzo in parallelo in quanto condividono le due linee PCI Express dedicate dal chipset per questo tipo di collegamento.
Le periferiche SATA Express possono raggiungere un picco massimo, secondo le specifiche ratificate dal Serial ATA International Organization (SATA-IO), sino a 16 Gbps nel momento in cui venga utilizzato un collegamento PCI Express Gen 3.0. Sulle schede madri basate sui chipset della serie 9 sono al momento sfruttati link PCI Express provenienti dal chipset, quindi di tipo Gen 2.0, anche se pare possibile sfruttare anche il controller Gen 3.0 integrato nel processore per questo tipo di collegamento così da superare il limite di bandwidth di circa 1 Gbytes al secondo attualmente presente. In ogni caso si tratta di un buon passo in avanti rispetto ai 600 Mbytes al secondo circa che rappresentano il picco massimo delle periferiche SATA 6Gbps in commercio al momento.
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