Tribunale condanna (di nuovo) due società per la vendita di chip di modifica per le console

Written By Unknown on Jumat, 25 Juli 2014 | 21.12

AESVI, l'Associazione di categoria che rappresenta l'industria dei videogiochi in Italia, ha espresso tramite un comunicato stampa la sua soddisfazione per l'importante sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale Penale di Firenze a carico dei titolari delle due società "PC Box" "2 Modchip.it" per la vendita, distribuzione e installazione illegale di chip di modifica ("mod chip") e di game copiers che eludono le misure tecnologiche di protezione delle console per videogiochi dalla pirateria.

I due soggetti coinvolti sono stati condannati ai sensi dell'articolo 171 ter della legge sul diritto d'autore inmateria di elusione delle misure tecnologiche di protezione a un anno e due mesi di reclusione e a 5.000 euro di multa ciascuno. È stata inoltre ordinata la distruzione dei materiali sequestrati da parte della Guardia di Finanza, oltre che il pagamento di 3.000 euro di costi.

"Il Tribunale di Firenze ha chiarito senza ombra di dubbio come ogni condotta che abbia la finalità prevalente di eludere le misure tecnologiche di protezione apposte sulle console videoludiche debba considerarsi reato", ha detto l'Avv. Alberto Sirani, legale di AESVI, a Gamemag. "A tal fine, il Tribunale ha richiamato, oltre a due precedenti della Corte di Cassazione, anche una recente e condivisibile sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (sentenza pronunciata in data 23 gennaio 2014), che ha stabilito che: è legittimo che ogni Stato membro preveda forme di tutela anche penale del diritto d'autore non solo attraverso misure applicate sul supporto software, ma anche sulla console videoludica; e che la valutazione circa la finalità prevalente della condotta elusiva deve essere effettuata in concreto".

"Il caso su cui si è pronunciato il Tribunale riguardava due aziende accusate di commercializzare prodotti destinati a superare i sistemi di protezione, e che di fatto consentivano di utilizzare sulle console giochi non originali. Gli imputati sostenevano come non fosse provato che la finalità prevalente di questi prodotti fosse necessariamente illecita. Diversamente, invece, il Tribunale di Firenze ha ritenuto che, sebbene la console modificata possa prestarsi in astratto a diverse funzioni anche lecite, la prevalente finalità illecita sia evidente, giacché le invocate diverse possibilità di utilizzo sono solo astratte, mentre in concreto tali strumenti sono offerti al pubblico con l'esclusivo fine di superare la tutela dei legittimi diritti dei produttori di software".

La Corte di Cassazione si era già espressa sull'illegalità della condotta in questione, ma la sentenza del Tribunale di Firenze pronunciata nella giornata di ieri rimane comunque importante, perché è la prima sentenza pronunciata dopo la decisione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea dello scorso gennaio, nella quale la Corte ha riconosciuto la legittimità delle misure di protezione tecnologica incorporate sia nei supporti fisici dei videogiochi sia nelle console per videogiochi.


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