Andreas Zecher, uno sviluppatore indie che lavora per Spaces of Play, ha scritto una lettera aperta indirizzata alla community dei giocatori e pubblicata su Medium. "Crediamo che tutti, al di là degli orientamenti sessuali, delle etnie, delle religioni e delle disabilità, abbiano il diritto di giocare", si legge nella lettera. "È questa diversità che alimenta la crescita del gaming".
Secondo Zecher, tutti coloro che ricevono delle molestie in luoghi come Facebook o Twitter dovrebbero prendere delle posizioni pubbliche. Più di 2 mila professionisti del settore hanno sottoscritto la lettera aperta, e alcuni di loro provengono da grandi publisher come Ubisoft, Microsoft, Electronic Arts e BioWare.
Adesso non è più possibile aggiungere la propria firma alla lettera: "È facile mettere una firma, quello che è difficile è cambiare le cose", sostiene Zecher. Ci sono state, infatti, delle polemiche su queste firme, perché pare siano stati inseriti molti nomi falsi allo scopo di ingrandire artificiosamente l'elenco dei firmatari.
Anche i giocatori hanno organizzato una petizione del genere attraverso Change.org: "Chiediamo agli sviluppatori indie, agli sviluppatori AAA e agli altri protagonisti dell'industria di smettere di creare giochi misogini, ignoranti, omofobi e idioti". La petizione, che si intitola "Per favore, basta con l'odio", nel momento in cui scriviamo annovera oltre 5 mila firme.
La lettera aperta di Zecher arriva sulla scia di una serie di notizie a proposito di molestie interne all'industria dei videogiochi. La redattrice Anita Sarkeesian è stata costretta a lasciare la propria stessa casa dopo aver ricevuto moltissime minacce in seguito alla pubblicazione di un video in cui critica il modo in cui vengono rappresentate le donne all'interno dei videogiochi. La Sarkeesian ha avvertito le autorità dell'accaduto e a rassicurato i suoi fan su Twitter che è adesso al sicuro. È la creatrice di Feminist Frequency e della nota serie di video Tropes vs Women in Video Games.
Se le posizioni della Sarkeesian vengono criticate da una piccola parte di giocatori intransigenti, sono invece caldamente sostenute da alcune delle più illustri personalità dell'industria dei videogiochi come Tim Schafer e il direttore creativo di Naughty Dog Neil Druckman.
Un caso analogo è capitato alla sviluppatrice Zoe Quinn, accusata dall'ex-fidanzato di avere avuto delle relazioni private con alcuni giornalisti videoludici. La community dei giocatori è letteralmente esplosa dopo questo post, accusando la Quinn di avvantaggiarsi di queste relazioni per fare carriera sfruttando la corruzione vigente all'interno del mondo della critica sui videogiochi.
È intervenuto sulla faccenda anche il noto sviluppatore di Fez, Phil Fish, prendendo le difese della Quinn. Dopo questo intervento, però, degli hacker hanno attaccato il sito web di Zoe Quinn e pubblicato le sue informazioni personali online.
Il mondo dei videogiochi negli ultimi anni è cambiato in maniera considerevole, al punto che non si può più dire che sia prevalentemente ad appannaggio dei maschi, anzi è forse vero il contrario.
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