Class action contro Candy Crush a causa della dipendenza che produce

Written By Unknown on Kamis, 12 Maret 2015 | 21.12

Il fenomeno del mobile gaming Candy Crush Saga è stato accusato per la mancata concessione delle vite regolarmente acquistate dai giocatori o ottenute tramite gli amici di Facebook. La cosa è finita in tribunale, visto che nel corso del mese di marzo è partita una Class action federale contro il produttore del gioco, King.

Candy Crush Saga

Alina Renert, un'assidua giocatrice del coinvolgente titolo per i dispositivi mobile e per Facebook, è la promotrice dell'azione legale. Quando i giocatori sono a corto di vite, in Candy Crush è possibile aspettare 30 minuti per avere automaticamente nuove vite, ma chi vuole riprendere a giocare sin da subito può spendere 99 centesimi per avere 5 vite o utilizzare l'opzione in-app per chiedere ai propri amici su Facebook di donare una vita.

Secondo le accuse della Renert, però, il meccanismo che porta alla concessione di nuove vite dopo la richiesta su Facebook non funziona bene e si inceppa. In più di un caso, data la voglia di continuare a giocare subito, dopo il mancato funzionamento di questa opzione, la Renert, e gli altri querelanti che stanno partecipando alla Class action, ha provveduto ad acquistare nuove vite con denaro reale.

Secondo i querelanti, King avrebbe violato l'Illinois Consumer Fraud and Deceptive Business Practices Act (ICFA) e deve pagare danni su due livelli: in riferimento alla perdita delle vite donate su Facebook e in riferimento al reale costo delle vite acquistate in sostituzione delle prime. "La strategia di King è alla base di una speculazione intenzionale ai danni dei clienti", si legge nella denuncia.

L'accusa sostiene che 25 milioni di persone sono state danneggiate da King e che il totale dei danni che il produttore britannico deve ripagare ammonta a 5 milioni di dollari.

La Renert non è la prima a sostenere che Candy Crush è eccessivamente coinvolgente. "Ho avuto dolori alla schiena dopo aver giocato per molto tempo sul mio iPad", ha detto una donna che ha ammesso di aver giocato per 10 ore consecutive al Daily Mail. "Non riuscivo a staccarmi perché il gioco era troppo coinvolgente. Mi trovavo insieme ad altre persone e anche loro hanno ammesso di non riuscire a smettere di giocare. Stavamo competendo tra di noi".

Queste persone hanno certamente contribuito a rendere Candy Crush un cult. Nel 2013 è stata l'app in assoluto più scaricata e questo consente a King di avere un fatturato di circa 2 miliardi di dollari. Al momento King non ha ancora rilasciato un commento ufficiale sull'azione legale.

Il problema della dipendenza prodotta dai videogiochi come Candy Crush è un problema che va affrontato nelle opportune sedi e che può avere in certi casi dei risvolti clinici. Se associato alla presenza degli acquisti in-app può produrre anche delle ripercussioni economiche, come in questo caso. Da qualche mese, infatti, su impulso della Commissione Europea, Google e Apple sono obbligate a visualizzare una notifica che avverte i consumatori della presenza di acquisti in-app all'interno delle app free-to-play che stanno per scaricare.


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